CAPRINO FATTO IN CASA CON COMPOSTA DI MIRTILLI

Devo confessare: non amo i formaggi. Sicuramente ha ragione chi mi dice che non so cosa mi perdo, è vero, perché alcuni non riesco nemmeno ad assaggiarli, basta l’odore per farmi storcere il naso. Mi rendo conto che è abbastanza grave, ma è così. Gli unici che tollero sono quelli da grattugia e alcuni formaggi freschi, tra cui, appunto, il caprino, che ho scoperto da pochissimo. Così, quando sul libro Io mi voglio bene di Marco Bianchi, che sto leggendo in questi giorni, ho trovato la ricetta per prepararlo in casa, ho deciso di provare, non credevo fosse così facile. Tempo fa l’avevo apprezzato molto tra gli antipasti di una trattoria, di quelle di campagna alla buona, accompagnato da una confettura ai frutti di bosco e, avendo disponibili dei mirtilli, ho voluto riprendere l’idea. Cosa vi posso dire? Fatelo, perché è indecentemente buono.

Come se non bastasse, pare (lo dice Marco Bianchi, non io, eh) che il latte di capra sia più sano di quello vaccino, perché la capra è un animale che non si presta bene agli allevamenti intensivi ed è quindi un latte che “nasce biologico”. Il formaggio che se ne ricava, inoltre, è ricco di batteri utili al buon funzionamento del nostro intestino.

Ingredienti:

1 litro di latte di capra

succo di un limone

un pizzico di sale

200 grammi di mirtilli

20 grammi di zucchero di canna

 

 

 

 

 

 

 

Preparazione:

  • Ho messo sul fuoco il latte e, una volta raggiunto il bollore, ho aggiunto il succo di limone filtrato, ho abbassato il fuoco e lasciato cuocere per cinque minuti. Prima di spegnere, ho aggiunto il sale e mescolato. Poi ho lasciato riposare per dieci minuti, durante i quali il latte ha iniziato a dividersi dal siero e formare dei piccolissimi fiocchetti.
  • Mi sono munita di uno scolapasta, una pentola e un telo bianco di cotone. Ho bagnato e strizzato il telo di cotone e ci ho foderato lo scolapasta, che ho appoggiato sulla pentola. Se non vi interessa conservare il siero, non servirà usare la pentola, basterà appoggiarsi sul lavandino.

 

  • Dopo il riposo di dieci minuti, ho versato, con un misto di speranza e scetticismo negli occhi, il latte nel telo e… Incredibile, funziona! I fiocchetti piccolissimi presenti nel latte si sono fermati nel canovaccio e il siero è andato giù. L’ho lasciato sgocciolare per un paio d’ore, l’ho trasferito in una ciotola e messo in frigo a raffreddare.

 

  • Nel frattempo, ho preparato la composta, cuocendo i mirtilli con un cucchiaio di zucchero di canna per circa venti minuti, a fuoco basso.L’ho fatta raffreddare e l’ho servita insieme al caprino e un po’ di pane ai cereali.

 

 

Leggo sul libro di Marco Bianchi che si conserva in frigo per due giorni dentro un contenitore per alimenti, ma io sinceramente ho avuto difficoltà a non mangiarmelo tutto quando era ancora tiepido e ne ho avute altre a non finirlo tutto da sola una volta freddo. E se è piaciuto così tanto a me che non amo il formaggio, figuratevi quanto è buono.

Se vi è piaciuta la ricetta, ma anche se non vi è piaciuta, mi piacerebbe leggere i vostri commenti, le vostre domande, le vostre critiche, i vostri suggerimenti, i vostri consigli, le vostre perplessità e tutto quello che vi pare, qui sul blog oppure su Facebook, Twitter, Google+ o Instagram, se preferite. Fatevi vivi!

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2 commenti

  1. Ho passato un periodo anni fa in cui facevo spesso il formaggio in questo modo, i miei figli all’epoca ancora piccoli ne erano affascinati. Però l’ho sempre fatto con il latte vaccino. Grazie Zeudi mi hai fatto venire voglia di riprendere questa abitudine e proverò il latte di capra!

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