Cerco di fare il pane in casa almeno una volta alla settimana, però ovviamente non lo posto tutte le volte, perché, boh, è pane. E’ difficile, però, resistere, perché per me è sempre una magia. C’è una soddisfazione che non capisco nemmeno io fino in fondo nello sfornare una bella pagnotta profumata, forse è una sorta di richiamo ancestrale, perché il pane è il cibo per eccellenza, è vita, è cultura. Chissà. Fatto sta che stavolta, invece, ho ceduto alla tentazione, quindi eccovi la ricetta.
Ingredienti:
350 gr di farina di farro semintegrale
100 gr di farina di farro bianca
100 gr di farina di semola di grano duro La Casalinga
360 ml di acqua
100 gr di lievito naturale in coltura liquida attivo (rinfrescato con la stessa farina semintegrale di farro)
un cucchiaino di sale
un cucchiaino di malto d’orzo
tanta pazienza…
Preparazione:
- Ho messo in una capiente terrina le farine, eccetto la semola, e i due terzi dell’acqua, ho impastato approssimativamente e ho lasciato riposare coperto a temperatura ambiente per un’ora.
- Ho sciolto il malto e il lievito nella restante acqua e li ho mescolati al resto, prima con un cucchiaio di legno e poi con le mani, aiutandomi con un po’ di semola. Solo in un secondo momento, ho aggiunto il sale.
- Ho ribaltato tutto sul piano di lavoro e ho continuato a impastare energicamente, aggiungendo man mano il resto della semola, che aiuta a evitare che il composto si attacchi troppo alle mani e al piano.
- Una volta ottenuto un panetto abbastanza liscio, ho proceduto con tre giri di pieghe a tre, a mezz’ora di distanza l’una dall’altra.
- Dopo l’ultima piega, ho arrotondato un po’ l’impasto e l’ho messo in una terrina unta con un filo d’olio, che ho riposto nel frigo nel cassetto delle verdure per ventiquattro ore circa.
- Il mattino dopo, l’ho estratto dal frigo, l’ho lasciato a temperatura ambiente per un’altra ora e l’ho formato, cercando di non sgonfiarlo troppo.
- L’ho messo rivolto verso il basso, con la chiusura in su, dentro una terrina che avevo foderato con un panno pulito spolverato di semola e l’ho fatto lievitare coperto a temperatura ambiente per altre tre ore.
- Ho scaldato il forno al massimo con dentro la leccarda e un pentolino d’acqua per un quarto d’ora, poi ho ribaltato il pane sulla carta forno, ho fatto i tagli (voleva essere un abete natalizio, ma è venuto un po’ sghimbescio), l’ho appoggiato sulla leccarda bella calda e l’ho infornato.
- L’ho cotto dieci minuti alla temperatura massima, dieci minuti a 220°, quindici minuti a 200°, dieci minuti a 180° e altri dieci minuti sempre a 180°, ma togliendo il pentolino d’acqua e con lo sportello del forno socchiuso.
- L’ho lasciato intiepidire ancora una ventina di minuti nel forno socchiuso spento e poi l’ho tolto e messo a raffreddare completamente su una griglia.
Come vedete dalle foto, si tratta di un pane con la mollica fitta e una crosta bella spessa, perché l’idratazione non è alta, ma a me piace proprio tanto così, rustico e consistente, non solo perché è più facile da lavorare.
Ho incontrato ben due problemi, però, da quando ho iniziato a farmi il pane in casa. Il primo è che, quando non ho tempo per farlo, non mi riesce facile accontentarmi di quello comprato in panetteria, senza profumo, senza sapore, senza consistenza, senza peso addirittura, il mio compagno, in modo poco tecnico ma molto esplicativo, lo chiama “pan-meringa”. Il secondo è che ne mangio in quantità spropositata. Pazienza, sopravviverò.
Come sempre, sarei davvero molto contenta di leggere i vostri commenti, le vostre opinioni, le domande, le critiche, i dubbi e tutto quello che vi va di condividere.
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Troppo carino con la decorazione ad alberello!!! che bella idea!!!
Ciao Paola, grazie! Non è venuto proprio perfetto, ma almeno l’idea la dà.